giovedì 29 settembre 2011

Comma 29


Quando ho inaugurato questo blog l’ho fatto nella piena consapevolezza di esternare i malumori che da tempo giacevano sepolti nel mio animo. Volevo condividere il mio pensiero con altri. La faccenda Rho – Monza è stato il ''casus belli'' che ha dato il via a questa eruzione magmatica. Non so se nei topics che scrivo  favorisco la diffusione di una informazione indipendente. Raccolgo notizie all’interno della rete cercando di elaborarle da un punto di vista strettamente personale in un'ottica di confronto con altri.  E devo dirvi che questa esperienza liberatoria mi sta divertendo. Ora pero il gioco sta per rompersi. Per colpa dei soliti noti. Il nostro vetusto Parlamento, su mandato dell'attuale nefando Governo, approvando il ddl intercettazioni nella veste attuale, sta per puntare una pistola carica alle tempie della Rete: ossia privare ogni cittadino italiano del diritto di parola sul web o, almeno, rendere tanto rischioso e pericoloso esercitare tale diritto da suggerire ai più di rinunciare a farlo. Visto che il nostro Premier ha rivelato nelle varie intercettazioni quale sia la sua reale figura ed i suoi prioritari interessi, si sente messo con le spalle al muro. E non c’è minuto della sua ‘’intensa vita politica’’ che non passi ad escogitare qualsiasi mezzo finalizzato ad arginare il suo perpetuo ‘’sputtanamento’’. Ed ecco dal cilindro saltare fuori il coniglio: nel sopramenzionato ddl c'è una piccola norma in forza della quale si vorrebbe estendere a tutti i "gestori di siti informatici" – quindi blogger inclusi – l'applicabilità dell'istituto della rettifica disciplinato dalla vecchia legge sulla stampa del 1948, una delle poche leggi ancora vigenti scritte direttamente dall'assemblea costituente, in un'epoca nella quale Internet non era ancora stata concepita. Segnatevi il disposto del comma 29 art. 1 del disegno di legge. Il comma 29 cita che ‘’tutti i gestori di siti informatici dovrebbero provvedere, entro 48 ore dall'eventuale richiesta da parte degli interessati – fondata o infondata che sia – a rettificare ogni genere di informazione pubblicata a pena, in caso di mancata tempestiva rettifica, di incorrere in una sanzione fino a dodici mila euro ‘’. Ripeto e sottolineo rettifica entro 48 ore da parte degli interessati a rettificare ogni genere di informazione pubblicata che sia o meno fondata. Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori "non professionali" di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di minaccia per mettere a tacere le voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili attraverso una telefonata all'editore e/o al principale investitore pubblicitario. Infatti minacciare un giornale  con una sanzione rappresenta una delle tante componenti del rischio di impresa: per un blogger è  una condanna irrevocabile alla chiusura. Un blogger sarà costretto a rettificare "per paura" di vedersi altrimenti irrogare una sanzione da dodici mila euro. E non perché certo di aver violato un altrui diritto. I media consueti invece dinanzi ad una richiesta di rettifica hanno un margine maggiore di verifica. Possono facilmente valutare se porvi rimedio oppure no.

Meditate gente.
Questo è il regalo del nostro Presidente del Consiglio in occasione del suo 75 esimo Compleanno.

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